La mediazione trasformativa
La mediazione è uno strumento alternativo di risoluzione dlle controversie , altrenativo al Tribunale. Attraverso l’intervento di un terzo neutrale le parti si impegnano a trovare soluzioni al conflitto. Nella medizione cosidetta trasformativa l’intervento del mediatore non si concentra solo sulla soluzione a quella determinata specifica controversia, ma sulla qualità della interazione tra le parti. La soluzione della controversia quindi dovrà arrivare passando attraverso una migliore interazione tra i soggetti coinvolti nel conflitto stesso, ovvero trasformando le dianamiche relazionali da negative e distruttive, tipiche del conflitto, a posizioni costruttive e collaborative che poi dovranno essere le basi dell’ accordo. In altre parole il conflitto non viene cosndierato come una patologia dei rapporti interpresonali bensi come una inveitabile e normale fase della vita di relazione sociale.Il conflitto nasce dalla difficoltà di comunicare e ralazionarsi con il prossimo, difficolta insita nella natura dell’uomo. Obbiettivo primario della mediazione trasoformativa è dunque quello di ristabilire una comunicazione interrotta e ben si adatta alle liti che toccano: i rapporti di famiglia, di vicinato, tra soci ovvero tutti quei rapporti che necessitano di una continuità di relazione anche dopo il conflitto stessoo; ovvero laddove è forse più importante la continuità del rapporto relazione/sociale che non la soluzione; la soluzione sarà un passo successivo, la ricostruzione del rapporto umano fa si che le parti possano arrivare da sole all’accordo migliore possibile. Il perscorso mediante il quale la mediazione trasformativa porta alla risoluzione della lite passa necessariamente attraverso due aspetti fondamentali: il primo è costitutito dalla cosidetta “empowerment” termine che non ha una vera e propria traduzione letterale italiana, ma che sta a significare un aumento della percezione del proprio valore e della propria dignità di persona nel rapporto interpesonale, che solitamente durante il conflitto è assente, tale consapevoleza tende ad aumentare la fiducia in se stessi, ed è il punto di partenza per trovare l’accordo. Il secondo aspetto è la cosidetta “recongnition” ovvero il riconscimento e la capcità di comprendere anche le ragioni dell’altra persona, uscendo dalla mera interpretazione soggettiva della relatà. L’intervento in mediazione trasofrmativa può concludersi senza un accordo vero e prorpio, ma se le parti avranno ripreso il dialogo e si saranno liberate della corazza che il conflitto gli ha eretto intorno , potrà considerarsi conclusa postivamente, perchè sarà necessariamente un ottimo punto di partenza per trovare un accordo e continuare poi cosi nella relazione continuativa qualsiasi essa sia.Compito del mediatore trasformativo è quindi quello di guidare le parti in questo complesso e tortuso viaggio nella loro relazione , il mediatore dovrà utilizzare le prorprie capacità piu che per cogliere gli interessi delle parti, per sostenere le parti nel ritrovare il proprio “empowerment” e la propria “recognition”in modo che siano le parti stesse a trovare le soluzioni,non è quindi compito del mediatore trasformativo affrontare il conflitto in termini negoziali . In altre parole il mediatore “problem solving” mette a disposizoni della parti la propria professionalità per individuare soluzioni alternative alla specifica controversia , tipica tecincia di questo tipo di mediazione è il cosidetto Brain storming: fare emergere una quantitià di soluzioni alla specifica controversia per trovare poi quella migliore, il mediatore trasformativo invece interviene direttamente sulla qualità della interazione fra le persone che si sono rivolte a lui. E’ chiaro che un approcco alla medizione in termini cosi umanistici è guardato con diffidenza da chi considera la mediazione uno strumento alternativo al Tribunale, ovvero come un procedimento che al pari di quello giudiziale deve neccessariamente arrivare ad un accordo. In realtà pero questo approccio mette le parti nella migliore condizione per afforntare la proprio controversia ed il lato cosidetto tecnico giuridico che condurrò all’accordo potrà essere affrontato in modo più soddfiaciente una volta risolta quello umanistico.