201610.17
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La svolta dell’avvocatura verso la mediazione

in Varie

Mediazione-civile-una-svolta-epocale-per-la-soluzione-delle-controversie

Tra avvocatura e mediazione o più in generale con il mondo delle ADR, non è stato un amore a prima vista, fin dall’approvazione del dlgs del 2010 che intoroduceva nel nostro ordinamento la mediazione obbligatoria, gli avvocati hanno in tutti i modi contrastato l’istituto , in un primo momento sopratutto perchè non prevedeva l’obbligo per la parte della difesa tecnica, ovvero la presenza dell’ avvocato in mediazione non era necessaria; poi perchè era considerato una quasi come una tutela di serie B rispetto alla giuridizione, successivamente nel 2013 abbiamo assisitito ad un timido riavvicinamento ,in quanto il decreto del fare ha introdotto anche in mediazione l’obbligo della difesa tecnica.

Tuttavia per arrivare ad una completa apertura degli avvocati verso le ADR previste nel nostro ordinamento, abbiamo dovuto aspettare il 2016, dove finalmente al Congresso di Rimini, vi è stata un chiara inversione di rotta dell’avvocatura stessa verso le ADR, intese finalmente non come fuga dal processo civile, il quale deve essere comunque riformato perchè possa dare risposte efficaci al cittadino, ma nemmeno come mera alternativa, ma come strumenti che devono essere complementari ed autonomi rispetto alla girusidizione, al fine di non contrapporsi ad essa, ma di dialogare con essa, per offrire valide soluzioni alla controversie civili.

Seguendo questo prinicpio, a parere di chi scirve, le ADR dovrebbero non avere il carattere del’obbligatorietà, perche soltanto se sono volontarie possono assurgere a quegli obbiettivi appena richiamati , e soltanto la volontarietà pura, pemette alle parti di comprendere bene lo spirito delle ADR ed afforntarle con un alta percntuale di successo. A dimostrazione di quanto appena detto si rileva che l’unica materia in cui un tipo di ADR come la negoziazione assitita ha avuto un qualche risocntro positivo nel nostro ordinamento , è la materia del diritto di famiglia, laddove invece il legislatore ha previsto la negozazione assitita come obbligatoria , i riscontri postivi sono stati senz’altro minori. Non è di certo un caso.

Tuttavia nell’ambito del congresso forense apepna svoltosi a Rimini ,se da un parte attraverso l’approvazione di mozioni politiche si è mirato ad ottenere un riassetto normativo utile a rendere la mediazione e le altre ADR procedimenti complementari al procedimento giurisdizionale come supra evidenziato, sotto il profilo dell’obbligatorietà si è pensato di proseguire con l’orientamento legislativo prevedendo solamente la possibilità che lo svolgimento della mediazione per accordo delle parti possa sostituire lo svolgimento della negoziazione assitita anche quando quest’ultima è prevista come obbligatoria.

L’affermarsi della Adr rappresenta senza alcun dubbio una svolta culturale per l’avvocatura, svolta che consente di assumere un ruolo ancora più centrale nella gestione delle liti fuori dal processo, e non vi è dubbio che le regole del gioco cambiano notavolmente, tuttavi gli avvocati hanno bisogno ed il dovere di apprendere gli strumenti necessari affinche possano convincere le parti che il ricorso alle ADR non è una minus del proprio diritto, ma è un ‘opportunità in più per risolvere il conflitto.

Con il congresso di Rimini in qualche modo si può affermare, che l’avvocatura si è finalmente aperta verso la mediazione ,rivendicando però quel ruolo di protagonista necessario poprio dell’avvocatura stessa, in virtù della funzione sociale di gestore delle liti anche fuori dal processo.

Si apre dunque una nuova epoca nella quale la sfida per il rinnovamento della professione è stato lanciato. Il senso delle mozioni politiche presentate in congresso è stato quello di attribuire all’avvocato un ruolo fondamentale e primario di gestore del conflitto fuori dal processo , in modo che si possa arrivare ad una giustizia civile più rapida efficacie ed ad un maggiore soddifacimento dei bisogni delle parti.

L’avvocatura ha quindi chiesto che si rafforzasse il ruolo dell’avvocato all’interno della mediazione in tutti i passaggi del procedimento al fine di rafforzare lo svolgimento effettivo della stessa. Si è chiesto di incentivare il ricorso alla mediazione anche tramite l’ampliamento dei benefici fiscali .

Si è inoltre dato molto importanza, e non poteva essere altrimenti, alla formazione e l’aggiornamento dei mediatori forensi ,la quale deve essere tenuta direttamente dai consigli dell’ Ordine, cosi come dovrebbe essere ugualmente importante anche la formazione dell’avvocato che assite le parti in mediazione , in quanto affornta un cambio di paradigmma e culturale che deve trovare il proprio fondamento su di una adeguata formazione.

E’ necessario quindi investire nelle ADR sia in termini di formazione che di specializzazione, ma non solo, è necessario che il legislatore intervenga per aromonizzare e coordinare il complesso mondo della ADR . Se veramente si vuole che siano strumenti frubili, non si possono eslcudere dal patrocinio a spese dello stato; E’ necessario inoltre che il legislatore codifichi in qualche modo l’obbligatorietà del primo incontro in mediazione, tenendo conto della necessità della partecipazione personale delle parti all’incontro stesso , delgare i soli avvocati svuota il senso della mediazione.

In sede congressuale si è discusso inoltre sulla possibilità di apporre la formula esecutiva sulle copie atuentiche dell’accordo trovato, direttamente dall’organismo di mediazione stesso, nonche di disciplinare anche l’uso della CTU nel procedimento, e di fare venire definitivamente meno ogni forma di incompatibilità prevista per l’avvocato che svolga anche il ruolo di mediatore.

In coclusione si può senz’altro affermare che il Congresso di Rimini ha sancito non soltanto una svolta epocale in tema di rappresentanza , ma anche di apertura della categoria verso le ADR come valido sturmento di risoluzione alternativo delle controversie fuori dal processo.

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