201911.21
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Meglio mediare che litigare. Riflessioni (semi) serie di un avvocato mediatore.

in Varie

Sempre più spesso nell’esercizio della mia professione di avvocato, mi è capitato di chiedermi, confrontandomi con sempre più  persone e problemi diversi, se davvero il diritto sia lo strumento più indicato per la gestione dei conflitti tra  gli uomini o comunque della società in generale, o se al contrario sia una sorta di palliativo, la pallida limitazione di quello di cui avremmo davvero bisogno, offerto dalla società civile ad un uomo sempre più smarrito e sempre più lontano da se stesso . 

Fare questi tipo di ragionamenti è più forte di me , e comprendo che non siano ragionamenti da avvocato nel senso più tradizionale del termine, è evidente la mia incapacità di fare questa professione nel modo classico , e senza la voglia di trovare nuove soluzioni e nuovi metodi per arrivare alla risoluzione dei conflitti , specialmente quando si parla di conflitti familiari .

Sono fermamente convinto che ad oggi la funzione dell’avvocato non sia solo quella della mera applicazione del diritto, ma anche e forse sopratutto, quella di aiutare le persone a risolvere le loro controversie sociali, garantendogli  in questo modo un migliore tenore di vita.

Il primo grosso limite del diritto quale unico metodo di risoluzione dei conflitti, sta nel fatto che usarlo pedissequamente significa accettare il fatto che sia possibile scrivere oggi determinate regole che saranno buone per risolvere problemi che sorgeranno domani .

Tuttavia tale assunto trova difficoltà interpretative difronte al fatto che ogni persona, ogni nucleo familiare e sociale è diverso l’uno dall’altro, per cui ogni tentativo di definire regole universali uguali per tutti è destinato a fallire.

Le norme sono per loro natura, e non potrebbe essere altrimenti, generiche, la cui genericità lascia ampi spazi di discrezionalità di applicazione al Giudice che non conosce la realtà sociale in cui le parti di  quel determinato processo sono inserite e vivono . 

Pensiamo alla più importante regola del diritto di famiglio ovvero il best interest of Child ,  il giudice lo può applicare secondo i sui criteri personali che non necessariamente possono essere quelli delle  parti,  e può quindi adottare provvedimenti che in realtà non violano le legge, ma che sono invece contrari all’interessi di quei determinati minori.

Non serve niente nemmeno pensare a provvedimenti più specifici , che lasciano poco spazio interpretativo la Giudice , perché in questo caso allora si potrebbe lasciare la risoluzione dei conflitti ad un computer  dove uno inerisce un caso e gli viene data una risposta uguale per tutti , impensabile.

E’ un pò come quando una parte dell’opinione pubblica interpreta certe sentenza della Corte di Cassazione le quali assurgono il più delle volte a leggi , senza pensare però che quella sentenza si riferisce a quel caso specifico a quelle situazione a quelle persone protagoniste di quella vicenda processuale.

Ad oggi per un normale cittadino, privato o azienda che sia, entrare nel labirinto della giurisdizione è fonte di stress e di perdita di tempo denaro ed energie dovuto all’eccessiva durata del processo, tanto che anche lo Stato ha dovuto riconoscere  il danno morale, quindi la sofferenza che le persone subiscono per una eccessiva durata del processo, e da la possibilità attraverso la Legge Pinto di presentare ricorso contro se stesso  per un equa riparazione.

Vediamo ad esempio che cosa accade nel diritto di famiglia, Il coniuge ti ha tradito, o semplicemente tu non ti senti più in grado di perseguire il rapporto matrimoniale, è un tuo diritto, cerchi un avvocato, lo paghi(non sempre) ti ascolta , lo ascolti un pò ti fidi e un pò no (è normale) , egli  scrive una lettera ti rinnova un appuntamento tra  una settimana o due dopo, si avviano trattative tra legali,  niente di fatto , allora il tuo avvocato ti consiglia di proceder al ricorso giudiziale, lo deposita, ed aspetti che ti dicono quando potrai andare dal Giudice , passano  in media dai sei agli otto mesi, ed intanto il conflitto monta,  arrivata finalmente la data fatidica dell’Udienza presidenziale, passi i precedenti giorni a pensare a che cosa dire ,  a quale  idea si farà il Giudice di te, l’ ansia  sale, è il giorno dell’Udienza ti ritrovi in un corridoio freddo in fila insieme a tante altre coppie , ma non solo, dividi il corridoio anche anche con  litiga per una distanza tra proprietà o per un recupero crediti, ed hai impressione di essere solamente un numero, una pratica burocratica, entri dal giudice dici la tua , la controparte  la sua, cominciate e discutere, il Presidente vi ferma, il Tribunale non è il luogo adatto per manifestare emozioni, non decide, si riserva, perché preferisce non dirti niente in faccia , è più comodo e liscio e poi  ci sono tante coppie che aspettano, dopo qualche giorno il tuo avvocato ti chiama , è arrivato un documento che dice dove andranno ad abituare i tuoi figli che se ne sarà di parte del tuo stipendio, chi potrà abitare nella casa familiare, e che dovrai andare tra qualche mese davanti ad un Giudice diverso. Intanto la tua vita è stravolta da chi ti ha visto si e no per dieci minuti.  Il  giudice diverso sarà quello che poi emetterà la sentenza definitiva senza nemmeno mai averti visto  dopo quattro /cinque anni di causa giudiziale.

In mezzo a tutto questo ci sei tu , la tua vita di tutti i giorni , i tuoi figli che diventano anch’essi pedine di una burocrazia senza averne nessuna colpa.

Ecco perché bisogna necessariamente percorrere e fare percorrere ai nostri clienti la strada  della ADR tutte le volte in cui è possibile, e nonostante le mille difficoltà che ci possono  essere, rappresentate da i rapporti degenerati, anche a costi di compromessi e rinunce dolorose .Un legale portato alla mediazione,  è un legale creativo, capace di sviluppare delle idee e delle strategie di base per la trattazione del problema e soprattutto bisogna essere pronti al compromesso a fare rinunce, perché a volte l’avere regione potrebbe essere un alternativa assai peggiore della rinuncia stessa, le questioni di principio lasciamole fuori dal conflitto, la Giurisdizione serve solo quando la strada della mediazione risulta  imperocorribile.

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